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Bonus investimenti 4.0 per pagare meno tasse


Uomo d'affari investe in 4.0

Immagine di Freepik

Indice dei contenuti


Al contrario di altre strategie fiscali poco raccomandabili ma spesso consigliate da alcuni "guru" del fisco, il bonus investimenti 4.0 è un ottimo modo per abbattere l’imponibile, pagare meno tasse e accrescere il valore dell’azienda.


Questo pacchetto d’investimenti, infatti, consente di aggiornare alcuni beni strumentali - come macchinari e software - usufruendo di importanti agevolazioni fiscali. Non solo. L’acquisto di nuove risorse può anche migliorare la competitività del proprio business, posizionandolo meglio sul mercato di riferimento o rendendolo più innovativo rispetto agli altri competitor.


Dunque, vediamo meglio come funziona il bonus investimenti 4.0, come si può utilizzare e quali soggetti ne possono beneficiare.


Bonus investimenti 4.0: cos'è e come si calcola?

Il bonus investimenti 4.0 è un credito d’imposta che lo Stato riconosce alle aziende che acquistano nuovi beni strumentali per migliorarsi a livello tecnologico e digitale.


L’agevolazione è stata introdotta nel 2021 con la legge di Bilancio e ha trovato conferma nella legge di Bilancio 2022. Con le nuove disposizioni si può ancora beneficiare del credito d’imposta, almeno fino al 2025, ma con aliquote ridotte rispetto a quelle degli anni precedenti.


Va precisato quindi che, chi vuole trarre vantaggio dal nuovo triennio di investimenti, avrà tempo fino al 31 dicembre 2025 per farlo. Il mio consiglio, però, è di non aspettare l'ultimo minuto per pianificare questi investimenti, poiché é importante valutare bene il tutto con calma per non rischiare di commettere errori


Per chi non completasse l'acquisto entro il 31/12/2025, avrà comunque la possibilità di farlo entro giugno 2026, a patto che entro il 31/12/2025:

  • l’ordine d'acquisto deve essere stato ricevuto e accettato dal venditore

  • l'acquirente deve aver versato acconti almeno del 20%.

Solo in questo modo scatta infatti la proroga fino a giugno 2026 per richiedere il credito d’imposta legato al bonus.


Per credito di imposta si intende, in parole povere, un importo a credito che l'impresa ha maturato nei confronti dello Stato e che può essere utilizzato per pagare tasse e contributi a proprio debito. Per esempio, l'impresa può decidere di pagare le proprie tasse (ad es. IVA, INPS e IRPEF dipendenti, IRES, ecc…) utilizzando il credito d'imposta 4.0 invece di impiegare la propria liquidità aziendale. Si tratta di un vero e proprio risparmio di denaro per l’impresa.


Il calcolo del credito d'imposta si effettua direttamente sul costo d’acquisto del bene, considerando che varia anche in base alla tipologia.


In particolare, per i beni materiali 4.0 acquistati nel triennio 2023/2025, spetta un credito d’imposta pari:

  • al 20% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;

  • al 10% per la quota di investimenti tra i 2,5 milioni e i 10 milioni di euro;

  • al 5% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro, con un limite massimo complessivo di costi pari a 20 milioni di euro;

con un massimale di spesa di 60 milioni di euro nel triennio 2023/2025 (20 milioni l’anno).


Allo stesso modo, per i beni immateriali 4.0 (ad esempio alcuni software) viene riconosciuto un credito d’imposta del 20% per gli acquisti effettuati nel 2023 per una spesa massima di 1 milione di euro; mentre per i beni strumentali ordinari (sia materiali che immateriali) non è più previsto alcun credito d’imposta.


Com’è cambiato il bonus investimenti 4.0

Come abbiamo anticipato, rispetto alla prima legge di Bilancio 2021, la percentuale del credito d’imposta del triennio 2023/2025 si è abbassata. Questo pacchetto d’investimenti, però, rimane comunque un ottimo modo per investire sulla propria azienda, risparmiando sulle tasse.


Comunque, chi ha effettuato un ordine entro dicembre 2022 (con conferma d’ordine e il 20% di caparra versata) grazie al decreto Milleproroghe può ancora richiedere il bonus 4.0 entro il 30 novembre 2023 beneficiando delle aliquote più alte, in vigore nel 2022.


Chi può accedere al credito d’imposta

Possono accedere al credito d’imposta legato al bonus investimenti 4.0 tutte le imprese, di qualsiasi forma giuridica, dimensione, settore, i regimi forfettari o regimi d'imposta sostitutivi.


Chi richiede il bonus deve rispettare due importanti requisiti:

  • aver rispettato tutte le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;

  • aver versato tutti i contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

La verifica dei requisiti contributivi avviene tramite DURC, un documento ufficiale che consente di appurare la regolarità contributiva.


Non possono, invece, richiedere il bonus investimenti 4.0:

  • le imprese in liquidazione volontaria, coatta, amministrativa, né in fallimento o con un’altra procedura concorsuale in atto, compreso il concordato preventivo senza continuità aziendale.

  • le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell'art. 9 co. 2 del D.Lgs. 231/2000.


Fabbrica con Investimenti in 4.0

Quali acquisti rientrano nel bonus investimenti 4.0?

Nel bonus investimenti 4.0 rientra l’acquisto sia di beni materiali (generalmente macchinari) che di beni immateriali (ad esempio alcune categorie di software). La lista completa dei beni agevolabili è contenuta nell’allegato A (per i beni materiali) e nell’allegato B (per i beni immateriali) della legge n. 232/2016.


In ogni caso, i beni che rientrano nel bonus investimenti 4.0 devono essere:

  • Strumentali: ovvero durevoli e funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa.

  • Nuovi: anche esposti nello showroom, ma mai entrati in funzione.

Valgono le merci acquistate a titolo di proprietà, in leasing, realizzati mediante appalto o costruiti in economia. In Cosa succede, però, se un’azienda acquista un bene in cui compaiono anche cespiti usati? In questo caso, si guarda alla vendita nel suo complesso. Il costo d’acquisto, quindi, deve essere formato soprattutto dai beni nuovi e il cedente deve dimostrarlo.


Per quanto riguarda i beni materiali, ad esempio, l’agevolazione si applica per l’acquisto di tre categorie di beni contenute nell’allegato A, nello specifico:

  • Beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti. Per esempio, rientrano nei beni strumentali 4.0 i magazzini automatizzati che operano con software avanzati o macchine utensili robotizzate.

  • Sistemi per migliorare la qualità del lavoro e la sostenibilità aziendale. Possono ottenere il bonus sistemi che innovano l’azienda a livello ambientale o semplificano il lavoro delle persone. Ne sono un esempio tutti i macchinari che facilitano l’ispezione dei materiali, la verifica dei requisiti dei prodotti o il monitoraggio dei consumi energetici dell’azienda.

  • Dispositivi per migliorare la sicurezza sul lavoro. Quest’ultima categoria racchiude tutti gli strumenti - materiali e immateriali - che possono garantire un beneficio sul rapporto uomo-macchina e in termini di sicurezza sul lavoro. Per esempio, si possono acquistare nuove postazioni di lavoro capaci di adattarsi automaticamente alle caratteristiche fisiche delle persone, oppure interfacce intelligenti - come tecnologie hardware e software - per facilitare la comunicazione tra uomo e macchina.

Sappi però che esiste anche una lista di beni che sono espressamente esclusi. Quelli con coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%, per fare un esempio, oltre a fabbricati e costruzioni, non rientrano nell’agevolazione. Per evitare rischi e pianificare l’acquisto, quindi, è sempre meglio consultare un esperto commercialista che conosce bene la materia.


I benefici del bonus 4.0 e come accedervi senza errori

Come anticipato in precedenza, chi accede al bonus investimenti può beneficiare di un credito d’imposta da utilizzare per tasse e tributi. È importante, però, fare alcune precisazioni.


Prima di tutto bisogna precisare subito che l'utilizzo va frazionato in 3 quote annuali di uguale importo da utilizzare in compensazione nel modello F24. Non è possibile, salvo che per determinate imprese di piccole dimensioni, l'utilizzo in un'unica soluzione.


Il credito d’imposta ottenuto con il bonus investimenti 4.0 si può cumulare (con alcuni limiti) con altre agevolazioni e non incide sul reddito imponibile (non è tassato). Per non cadere in sanzione e non perdere l’agevolazione fiscale, però, bisogna:

  • Essere in regola con le norme di sicurezza e con i contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori.

  • Conservare tutte le fatture d’acquisto e la documentazione presentata per richiedere l’investimento.

Inoltre, ogni fattura deve riportare la dicitura specifica con espresso riferimento alle disposizioni dei commi da 1054 a 1058 (art. 1 co. 1062 della L. 178/2020). Se un documento ne è sprovvisto, si può regolarizzare integrandolo con il riferimento normativo. In particolare, se la fattura è cartacea la dicitura va aggiunta con un timbro, per le fatture elettroniche invece si può inviare un documento integrativo - sempre allo SDI - da allegare all'originale, oppure stampare una copia cartacea e apporre un apposito timbro con la dicitura.


Un’ultima ma fondamentale accortezza. Le imprese devono produrre e conservare una perizia asseverata che attesti che i beni acquistati abbiano davvero i requisiti per accedere al bonus. Questo documento deve essere realizzato da un ingegnere o un perito industriale (regolarmente iscritti all’Albo) ma, se il costo d’acquisto non supera i 300 mila euro, può bastare anche una dichiarazione del legale rappresentante dell’impresa. Per evitare rischi in capo al legale rappresentante, il quale il più delle volte non è un esperto ingegnere, può essere opportuno dotarsi di una perizia anche per gli investimenti più piccoli.


Un esempio di come si utilizza il credito d’imposta e perché permette di risparmiare sulle tasse

Per capire meglio perché gli investimenti 4.0 possono essere vantaggiosi per un’azienda facciamo qualche esempio.

  • L’impresa che acquista nel 2023 beni strumentali materiali nuovi per un importo pari a 3 milioni potrà beneficiare di un credito di imposta pari al 20% sui primi 2,5 milioni e del 10% sui restanti 500 mila euro. Quindi: 2,5Mln x 20% + 500K x 10% = 550.000 euro di credito d’imposta da utilizzare in 3 anni in quote costanti.

  • L’impresa che nel 2023 acquista software compresi nell’allegato B per un importo pari a 100.000 euro, potrà beneficiare di un credito di imposta pari al 20% di 100.000 euro, cioè 20.000 euro da utilizzare in tre anni.

Nel caso di imprese di piccole dimensioni è possibile anche valutare l’utilizzo in un’unica quota annuale.


Come si può notare la materia non è semplice. Ci sono molte insidie, come documenti da produrre e date da rispettare per non perdere il bonus. Eppure gli investimenti legati al bonus 4.0 sono molto vantaggiosi per un’impresa perché l'azienda:

  • si rinnova e diventa più competitiva sul mercato;

  • riceve un importante credito che può spendere in tasse, in modo legale e sicuro.

Il mio consiglio, dunque, è quello di prenotare una prima consulenza gratuita per parlare di questo tema e capire su quali beni investire per far crescere la tua azienda e beneficiare dell’agevolazione. L’accesso a questi bonus, infatti, va pianificato con attenzione e nei tempi giusti, valutando anche l’accesso ad altri eventuali incentivi. Inoltre, è importante valutare attentamente la scelta di un tecnico che predisponga la perizia o che aiuti il legale rappresentante a tutelarsi nei confronti del fisco.


Vuoi sapere se il bonus investimenti 4.0 fa al caso tuo e i benefici che puoi ottenere per la tua azienda? Contattaci subito, anche online!


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