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Pagare un F24 in ritardo: quali sono le conseguenze?

Aggiornamento: 20 apr 2024

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soldi e documenti vari

Può capitare a tutti di pagare un F24 in ritardo. Ma cosa succede se si salda la somma anche dopo un solo giorno rispetto alla scadenza?  


Prima di rispondere a questa domanda, è bene precisare che le tasse si devono sempre pagare entro i termini. Le scadenze sono perentorie e versare una somma in ritardo rispetto alla data indicata - anche se si tratta solo di un giorno - è considerato un omesso versamento. Questo significa che l’ente, a pagamento non ricevuto, può iniziare un complesso iter per il riscuotere quanto dovuto a titolo di imposte non versate (in caso di omissione totale) o anche solo a titolo di sanzione e interessi per ritardato pagamento. 


Vediamo insieme quali sono le conseguenze di un F24 non versato oppure versato in ritardo e come è possibile sanare l’irregolarità.


Le conseguenze di un versamento omesso 

Abbiamo anticipato che le tasse vanno pagate obbligatoriamente entro la scadenza e che versare le somme in ritardo comporta delle conseguenze. Ogni tipologia di tassa, infatti, ha delle scadenze precise che sono specificamente previste dalla legge. 


Alcune di queste scadenze possono essere consultate in maniera più o meno agevole anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la quale predispone mensilmente un calendario delle scadenze suddiviso per adempimenti e tipologia di contribuente. Inoltre, può essere molto utile consultarsi con il proprio commercialista per creare un proprio scadenziario fiscale personalizzato.


Detto questo, davanti al fisco non esistono giustificazioni per pagare un F24 in ritardo: basta anche un solo giorno per essere già in sanzione. Chi non versa le tasse in tempo, infatti, commette una specifica violazione: l’omesso (o ritardato) versamento. 


In cosa consiste? Nell’applicazione - da parte dell’ente accertatore - di una sanzione generale del 30% (ridotta in caso di lievi ritardi) calcolata sull’imposta non versata, a cui si sommano gli interessi variabili in base ai giorni di ritardo. Oltre alla sanzione amministrativa - per violazioni di importo elevato - potrebbero essere applicate anche sanzioni penali. Dunque, se non si rimedia velocemente o non si presta attenzione ai pagamenti delle tasse, l’omesso versamento può diventare un fatto molto grave. 


Ciò che ho appena descritto, però, sono le conseguenze “estreme” dell’omesso versamento, cioè quelle che si avverano nel caso in cui chi non paga le tasse non fa nulla per rimediare al proprio comportamento illegittimo, nonostante le varie opportunità che lo Stato mette a disposizione del contribuente per sistemare la propria situazione.


Esiste, infatti, uno strumento molto potente che permette ai contribuenti, per la maggior parte delle violazioni di omesso versamento, di poter pagare sanzioni particolarmente ridotte che variano in base al ritardo con cui viene regolarizzata spontaneamente la propria situazione. 


Praticamente, prima si decide di propria spontanea volontà di pagare quanto non versato e meno saranno le sanzioni da pagare. Questo strumento si chiama ravvedimento operoso e permette di ridurre le sanzioni fino a 1/10 dell’importo. Praticamente, effettuando la giusta procedura, si può arrivare a pagare fino a 10 volte meno di quanto dovuto a titolo di sanzione!


Inoltre, prima di arrivare all’applicazione della sanzione piena del 30%, nel caso in cui non si sia proceduto già a regolarizzare con il ravvedimento operoso, l’ente accertatore generalmente inizia il suo iter con degli atti più “amichevoli” per permettere al contribuente di adempiere in modo meno doloroso.


Vediamo un po’ nel dettaglio come funziona l’iter, cosa succede se si continua ad ignorare i propri ritardi e come rimediare con il ravvedimento operoso. 


Pagare un F24 in ritardo: l’avviso bonario 

Chi non versa le tasse alla scadenza e non si preoccupa di regolarizzare in tempi celeri, molto probabilmente riceverà prima o poi un avviso bonario dall'Agenzia delle Entrate o da un altro Ente a cui deve versare le tasse. 


Non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che quest’avviso non arrivi immediatamente, poiché l’Agenzia delle Entrate ha dei tempi precisi previsti dalla legge entro cui può emanare questi atti, che possono arrivare anche ad alcuni anni. Ovviamente, passato un certo numero di anni, l’Ente non potrà fare più nulla per recuperare il proprio credito.


Ma cos’è un avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate? Si tratta di una comunicazione di irregolarità inviata dall’Ente che si basa il più delle volte su un controllo automatico effettuato attraverso i propri archivi anagrafici. Si può ricevere, oltre che per posta, anche via Posta Elettronica Certificata (PEC). 


In pratica, quando l’Ente si accorge che alla scadenza di una tassa non è associato un determinato pagamento (ad esempio un F24), il sistema elabora in modo automatico la comunicazione di irregolarità. Si tratta di un avviso più o meno “garbato” in cui si comunica semplicemente al debitore che il pagamento risulta omesso (o ritardato) e lo si invita a saldare l’irregolarità o a fornire eventuali chiarimenti.



Esempio di un avviso bonario
Esempio di un avviso bonario

Pagando la somma richiesta entro 30 giorni, la sanzione per omesso versamento viene ridotta a un terzo (quindi, per esempio, dal 30% si passa al 10%). Il debitore può decidere di pagare l’intera somma richiesta (con l’F24 allegato alla comunicazione) oppure richiedere il pagamento a rate (fino a 20 rate trimestrali). Ovviamente, in caso di solo ritardo e non di mancato pagamento delle tasse, gli importi richiesti si limiteranno solo a sanzioni interessi.


L’avviso bonario è un atto preliminare contro cui non si può nemmeno far ricorso davanti al giudice. Ma se, per esempio, il pagamento è stato effettuato e l’avviso bonario è stato inviato per errore, il debitore può sempre provare a comunicarlo all’ente al fine di ottenere lo sgravio della comunicazione. I modi per farlo non mancano: per esempio, ci si può mettere in contatto con il canale di assistenza online Civis, inviare una PEC, fare una telefonata o fissare un appuntamento nella sede territoriale di riferimento. Nel caso in cui non si venga ascoltati, sarà poi possibile far ricorso contro la cartella di pagamento che arriverà successivamente.


Comunque, se l’avviso bonario viene ignorato, l’iter per il recupero del credito prosegue. Vediamo come. 


Pagare le tasse in ritardo e ignorare l’avviso bonario: attenzione alla cartella di pagamento

Se non si pagano le tasse in tempo e non si salda il debito neppure con l’avviso bonario, allora l’importo viene iscritto a ruolo, ovvero viene affidato a un Ente di riscossione (come, per esempio, l’Agenzia Entrate Riscossione - ex Equitalia). Cosa succede in questa fase? 


L’Ente prende atto che esiste un importo non saldato e inizia la procedura di riscossione. Non è un iter veloce, è vero: a volte la cartella di pagamento può arrivare anche dopo anni, ma pur sempre entro i termini di decadenza previsti dalla legge. Se la cartella viene notificata oltre i termini, è possibile chiederne l'annullamento.


Nella cartella di pagamento viene richiesto l'importo omesso delle tasse senza nessuna riduzione. Anzi, alla somma si aggiungono: 


  • la sanzione piena del 30%;

  • gli interessi legati ai giorni di ritardo; 

  • i diritti di notifica

  • gli interessi di mora, nel caso in cui si saldi oltre i 60 giorni dalla notifica della cartella


Ovviamente, se si sa già di essere nel torto, attendere l’arrivo della cartella di pagamento è economicamente sconveniente. In tal caso, è meglio pagare l’avviso bonario con sanzione ridotta o, ancora meglio, utilizzare il ravvedimento operoso prima ancora che arrivi l’avviso bonario. 


La cartella di pagamento si può impugnare davanti al giudice tributario, ma solo nel caso in cui vi siano vizi sostanziali dell’avviso bonario su cui si basa oppure vizi formali della cartella stessa (per esempio mancano degli elementi fondamentali previsti dalla legge o è stata notificata in ritardo). Insomma, è inutile farlo se si è consci di non aver versato le imposte dovute e la cartella è formalmente corretta. Questo, anzi, potrebbe essere il momento giusto per provare a pagare le tasse omesse.


Come farlo? Con il pagamento in un’unica soluzione - pagando il bollettino allegato alla cartella - o rateizzando la somma tramite i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia di Riscossione, tramite ufficio su appuntamento oppure tramite il proprio commercialista. 


Perché pagare la cartella di pagamento

Se si ignora anche la cartella di pagamento allora il debito si consolida e l’Ente inizierà a fare sul serio, anche aggredendo direttamente il patrimonio del contribuente con azioni cautelari e/o esecutive. L’Agenzia potrebbe, per esempio, iscrivere un’ipoteca sulla casa oppure mettere il fermo amministrativo sull’auto per cercare di ottenere delle garanzie sul patrimonio su cui intende rivalersi.


Per evitare ulteriori azioni, l’ideale è pagare subito tutte le somme dovute (comprensive di sanzioni, interessi e oneri). 


Se ci si ostina a non versare quanto richiesto l’Ente potrà avviare l’attività di esecuzione e procedere con il pignoramento e, in definitiva, con la vendita dei beni del debitore.


Un particolare tipo di pignoramento, il quale può essere davvero molto sgradevole per il contribuente, è il pignoramento presso terzi. In quest’ultimo caso, per esempio, l’Ente di riscossione può chiedere alla banca del debitore di “bloccare” i soldi del correntista per utilizzarli nel pagamento delle tasse dovute. Non solo. L’Ente può addirittura rivolgersi ai clienti del debitore - nel caso di un’impresa - chiedendo di non saldare le fatture dovute nei suoi confronti e di girare le somme direttamente all’Ente di riscossione. Oltre al danno economico, quindi, si somma anche il danno di immagine nei confronti dei propri clienti. 


Il ravvedimento operoso per rimediare all'omesso versamento

Per evitare da subito lo scenario che abbiamo appena delineato, si può ricorrere al ravvedimento operoso. Si tratta di una procedura di regolarizzazione che il contribuente intraprende spontaneamente per regolarizzare un pagamento omesso o ritardato. In sintesi, con il ravvedimento è possibile sanare l'irregolarità determinando e versando autonomamente una sazione significativamente ridotta rispetto a quella generale del 30%.

La riduzione della sanzione varia in base al ritardo con cui si decide di sanare la violazione: vale la regola per cui prima si paga, più bassa sarà l’ammenda e quindi maggiore il vantaggio derivante dalla regolarizzazione spontanea. Sul sito dell'agenzia delle entrate esiste un'area tematica dedicata interamente al ravvedimento operoso e al suo funzionamento.


Il ravvedimento, però, non si può utilizzare sempre e per tutte le imposte. Per esempio, non si può usare se la sanzione è già stata “accertata” con avviso bonario. 


Inoltre, il ravvedimento non può essere usato per regolarizzare i contributi INPS che, invece, vanno sempre pagati alla scadenza. In caso di ritardato o omesso versamento dei contributi INPS, si potrà solo pagare l'imposta dovuta il prima possibile ed attendere l'arrivo di un avviso bonario e/o della cartella di pagamento per procedere al pagamento di sanzione e interessi determinati dall'ufficio. Per questo motivo, non pagare o ritardare l'F24 dei contributi INPS può risultare molto costoso ed è sempre sconsigliato.


Per calcolare il ravvedimento operoso è importante che il contribuente si rivolga ad un commercialista per:


  • valutare la sanzione giusta da applicare;

  • determinare gli interessi;

  • compilare un nuovo F24. 


Quando si chiede un ravvedimento, quindi, bisogna considerare anche i costi di consulenza del commercialista. Di certo, parleremo di ravvedimento operoso in un prossimo articolo: questo sistema di versamento, infatti, merita un focus dettagliato e la sua applicazione, in certi casi, non è affatto banale. 


In ogni caso, sai che puoi pagare tutti i tuoi F24 in autonomia? Se ancora non sai come fare, puoi leggere la mia guida su come pagare gli F24 online attraverso i servizi telematici dell'agenzia delle entrate.


Sei in ritardo con le tasse?

Può succedere a tutti di pagare l’iva in ritardo o di non versare le altre tasse con puntualità. L’importante è avere chiaro il fatto che a questa azione seguiranno delle conseguenze. Il mio consiglio è quello di pagare sempre le tasse in tempo predisponendo un calendario con le scadenze e pianificando la propria liquidità,  in modo da avere sempre tutto sotto controllo. 


Se il pagamento, invece, non è stato fatto per una dimenticanza o per una mancanza di liquidità nell’immediato, è bene procedere il prima possibile con il ravvedimento operoso, per pagare solo una piccola ammenda e rimediare subito all’errore. Meglio, insomma, evitare l’arrivo dell’avviso bonario, ma soprattutto della cartella di pagamento: si dovrà sborsare molto di più e andare incontro a spiacevoli conseguenze se si prosegue con la morosità.


Hai pagato un F24 in ritardo o hai ricevuto un avviso bonario e non sai cosa fare? Parliamone insiemePotrebbe esserci anche un modo per annullare il tuo debito.


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